Il paradosso della felicità

Quel che devi ai tuoi genitori

La ricerca della felicità

è una delle principali fonti di infelicità. 

Eric Hoffer

La felicità è un ingrediente fondamentale per la salute e il benessere degli esseri umani e, per questo, le attribuiamo un grande valore. Per alcuni è qualcosa di bello da sperimentare di tanto in tanto, per altri è una condizione fondamentale dell’esistenza.

Quando desideriamo raggiungere degli obiettivi, lavoriamo duro per farlo e ben poco è lasciato al caso. Quindi, verrebbe da pensare che se desideriamo la felicità è questo che dobbiamo fare: impegnarci per ottenerla.

“Essere felice è il mio obiettivo e farò di tutto per arrivarci.”

Giusto?

Vogliamo tutti essere felici, eppure sembra che più tentiamo di aggrapparci a un po’ di luce e più questa ci scivola tra le dita, lasciandoci tutt’altro che contenti.

Ma la luce si può davvero afferrare? E se ci fossero degli errori che commettiamo in partenza?

Infatti, più andiamo a caccia di emozioni positive e meno ne proveremo, perché:

1.Idealizziamo ciò che stiamo cercando: Aspettarci che la felicità ci sia sempre e comunque è la ricetta perfetta per la delusione e desiderarla come se fosse l’unica cosa che conta, finirà per portare al risultato opposto.

2.Monitoriamo la ricerca invece che viverla: Poniamo troppa attenzione a quanta felicità stiamo provando o non stiamo provando e così facendo la facciamo sparire.

3.Cerchiamo nei posti sbagliati: Crediamo che cambiare continente o comprare la macchina nuova sia ciò che ci serva per essere felici. Oppure aspettiamo il weekend, le vacanze, o chissà che altro, credendo che quell’evento o quell’acquisto ci daranno ciò che cerchiamo; ma dopo un primo entusiasmo, tutto torna come prima.

In pratica, più cerchiamo di essere felici e più non lo siamo; ogni momento di dispiacere è vissuto come una sconfitta e come un promemoria per la nostra mancanza di gioia, invece che come la normalità della vita.

Ciò ci spinge verso piaceri facili, forzati, momentanei. Consumare, acquistare, abusare; tutti sforzi che finiscono per darci solo un fugace bagliore.

“Perché non riesco a essere felice?”

Pensate che già a partire dagli anni ’70 economisti e psicologi si sono interessati al legame che c’è tra denaro e benessere, scoprendo che la felicità sembra dipendere molto poco dalle variazioni di reddito e, anzi, è stato osservato che, quando aumentano le ricchezze materiali, la felicità aumenta solo fino ad un certo punto, per poi iniziare a diminuire creando una curva a “U” rovesciata.

Il figlio del povero lavora giorno e notte per acquisire talenti superiori ai suoi concorrenti spinto dall’idea ingannevole che il ricco sia più felice o possieda maggiori mezzi per la felicità, ma, in realtà, essendo la capacità di godere dei beni fisiologicamente limitata, l’uomo ricco può consumare poco di più del povero, la cui minor quantità di beni è compensata dalle minori preoccupazioni e dalle migliori relazioni sociali rispetto al ricco che vive continuamente in ansia per i suoi beni, ed invecchia solo e deluso per non aver raggiunto la felicità e per di più invidiato dai suoi concittadini. Adam Smith

Paradossale, vero?

Ed ecco, infatti, il paradosso: più diamo importanza alla felicità e più essa ci sfugge; più tentiamo di comprarla e più ci ritroviamo infelici e convinti che la felicità non possa che essere una mera illusione.

Da dove inziare?

 
  • Ridimensionate le aspettative. Non si può essere felici in ogni momento della giornata; la vita contiene inevitabilmente delusioni e dolori che ci servono per comprendere meglio ciò che sperimentiamo e per apportare i cambiamenti di cui abbiamo bisogno man mano che andiamo avanti. La felicità non è la cosa più importante.

 
  • Non cercate i beni materiali e la ricchezza per colmare la vostra infelicità. Quando leviamo tempo ed energia alla famiglia e agli amici per comprare qualcosa o per guadagnare di più, ci stiamo facendo un danno peggiore di quello che ci faremmo non potendoci permettere l’ultimo modello di smartphone. Perché è investendo nelle relazioni che nutriremo le nostre radici; Infatti, sono le persone che vivono rapporti affettivi profondi e stabili ad essere relativamente le più felici.

 
  • Fate ciò che amate. Organizzate le vostre giornate in modo da avere sempre uno spazio per fare qualcosa che vi piace. Ciò vi porterà a innescare le emozioni positive in modo genuino e spontaneo, con conseguenze sul vostro benessere e la vostra salute.

 
  • Non fate paragoni. Non guardate ciò che hanno gli altri, non perdete tempo a invidiare chi ha di più o guadagna di più. Come premesso, non è questa la risposta.

 

Ricordatevi che la felicità non è tutto nella vita e forse quando potrete crederlo, allora sì che inizierete a sentirvi davvero felici.

E voi? Quale credete che sia il vostro errore nella ricerca della felicità?

Se volete, fatemelo sapere nei commenti e se vi è piaciuto l’articolo, condividetelo!

 

Easterlin, R. (2004), Per una migliore teoria del benessere soggettivo, in Bruni e Porta (2004).

Mauss, I. B., Tamir, M., Anderson, C. L., & Savino, N. S. (2011). Can Seeking Happiness Make People Happy? Paradoxical Effects of Valuing Happiness. Emotion (Washington, D.C.), 11(4), 807–815.

Ford B. Q., Mauss I. B. (2013). The paradoxical effects of pursuing positive emotion: When and why wanting to feel happy backfires. Positive emotion: Integrating the light sides and dark sides. www.ocf.berkeley.edu

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