Non posso vivere senza di te

Quel che devi ai tuoi genitori

L’amore immaturo dice: “Ti amo perché ho bisogno di te”.

Il vero amore dice: “Ho bisogno di te perché ti amo”.

Erich Fromm

La nostra società ne sa necessariamente molto sulla dipendenza, o meglio, sull’interdipendenza che la caratterizza; tanto che, pochi di noi saprebbero sopravvivere senza acqua corrente, elettricità e supermercati.

Soprattutto, siamo dipendenti dalle relazioni personali; il cervello umano non è del tutto sviluppato fino ai 18 anni, e l’indipendenza psicologica e finanziaria dai nostri genitori richiedono ancora più tempo per arrivare. Inoltre, come adulti, dipenderemo dagli altri per soddisfare i nostri bisogni sociali, emozionali, sessuali; e più la relazione sarà intima, più ci sentiremo legati.

Però, pur essendo del tutto naturale, la dipendenza ha dei limiti. Parliamo, infatti, di “dipendenza affettiva” in presenza di qualcuno che non riesce/non può/non vuole rendersi autonomo all’interno della relazione e di “codipendenza” quando entrambi i partner si intrecciano su questa incapacità di stare soli.

Ciò è rintracciabile in quelle relazioni non salutari dove ossessione, auto sacrificio e manipolazione diventano i pilastri del rapporto di coppia.

Sarà capitato a molti di noi di pensare, almeno una volta, di non poter vivere senza un’altra persona (che si sia trattato di un familiare, un amico o del partner). Apparentemente, può sembrare una vera e propria dichiarazione di amore e affetto, ma questa impressione si perde subito se pensiamo al reale significato di queste parole.

Il pensiero dietro a queste, infatti, rischia di trasformarsi presto in qualcosa di tossico; l’idea di aver bisogno di qualcun altro per soddisfare ogni bisogno, di dover trovare necessariamente la “metà della mela” per essere felici, è inserito nella cultura popolare e raramente ci fermiamo a pensare alle invalidanti aspettative che vengono con essa.

Certamente, sono parole che possono farci sentire apprezzati e importanti, come forse ognuno di noi vorrebbe sentirsi di essere per qualcun altro di tanto in tanto, ma non a discapito di una propria e altrui autonomia.

Il “non posso vivere senza di te” diviene allora una forma di abuso, di controllo, dove l’obiettivo non è quello d’incontrare l’altro a metà strada, di diventare due pur restando uno -rispettando i confini e le differenze-, ma di costruire un senso di valore personale attraverso il controllo dell’altro e il mantenimento di quella dipendenza che li tiene insieme.

“Una persona isolata non riesce a stabilire una relazione vera poiché il suo bisogno è tale che si aggrappa e si appoggia all’altro. Tenta di possedere l’altro perché è continuamente assillata dalla paura. -Se mi lasciasse, cosa farei? Mi troverei di nuovo isolato!- Ecco perché nel mondo esiste così tanta possessività. Un motivo c’è, ed è un motivo semplice: la paura. Se l’altro ti abbandonasse, rimarresti di nuovo solo, completamente isolato. E questo non ti piace, ti senti infelice anche solo al pensiero di rimanere solo. Allora possiedi l’altro in modo totale, affinché l’altro non abbia la possibilità di fuggire da te. Anche l’altro fa la stessa cosa con te: tenta di possederti. La conseguenza è che l’amore diventa una cosa miserevole. L’amore diventa politica, diventa dominio e sfruttamento.” Osho

Una coppia codipendente è solitamente squilibrata; frequentemente, avvengono lotte per il potere e per il controllo dove l’individualità dell’altro non trova spazio. Infatti, i disaccordi sono inaccettabili; ogni differenza è un pericolo che rischia di mettere distanza e di creare crepe nel guscio della simbiosi.

Qualche volta, ciò che non è apprezzato nel partner è proprio ciò che non è possibile accettare dentro di sé. Nonostante il dolore, queste persone possono restare intrappolate dalla paura di non potercela fare da sole e quindi incastrarsi in una relazione che, pur essendo dolorosa e limitante, almeno fa sentire di contare qualcosa.

“Io ho bisogno che qualcuno abbia bisogno di me, ecco cosa. Ho bisogno di qualcuno per cui essere indispensabile. Di una persona che si divori tutto il mio tempo libero, il mio ego, la mia attenzione. Qualcuno che dipenda da me. Una dipendenza reciproca. Come una medicina, che può farti bene e male al tempo stesso.” Chuck Palahniuk

Quello che rende le nostre relazioni salutari è l’interdipendenza. Quando due persone si amano, è normale che si sentano legate, che desiderino vicinanza, che siano preoccupati l’uno per l’altra e che si sostengano a vicenda. Le loro vite sono intrecciate e da questo sono inevitabilmente influenzate e dipendenti. Eppure, i due partner restano capaci di autonomia e indipendenza, sapendo dentro di loro di poter vivere anche senza l’altro.

Di centrale importanza è il loro saper condividere uguali poteri e responsabilità come adulti alla pari, parte di una coppia in cui contribuiscono attraverso lo stesso impegno.

Grazie alla loro autostima, sono in grado di gestire i loro pensieri e sentimenti da soli e non hanno bisogno di controllare l’altro per sentirsi bene. Rispettano le differenze e onorano i confini che li separano in quanto individui unici. Infatti, il loro rapporto lascia spazio alla libertà personale, dove vi è un reciproco rispetto per gli interessi e obiettivi dell’altro, pur rimanendo entrambi impegnati e coinvolti nella relazione.

Per riuscire a costruire una relazione simile, è necessario coltivare prima una relazione con noi stessi. Se non stiamo bene da soli e, peggio ancora, se ci disprezziamo, ci mettiamo in condizione di entrare in relazione con gli altri solo per colmare un vuoto che, in realtà, nessuno può colmare al di fuori di noi.

Per uscire da una relazione caratterizzata dalla codipendenza, bisogna prima di tutto rendersi conto di esserci dentro. Se credete di non poter vivere senza l’altro, se la vostra relazione vi fa più male che bene, se non riuscite a cambiare le cose, è ora di porsi qualche domanda.

Qualche spunto per iniziare a riconoscere la dipendenza affettiva:

  • Hai un bisogno estremo di rendere felici gli altri?

  • Amare per te significa salvare/essere salvati?

  • Ti prendi ogni responsabilità del rapporto/lasci che sia l’altro a farlo anche per te?

  • Hai difficoltà a dire di no?

  • Fai di tutto per evitare un litigio?

  • Ti senti facilmente geloso o rifiutato?

  • Il tuo partner è libero di compiere le sue scelte -anche quando non le approvi-? 

E voi, che cosa ne pensate? Credete anche voi che l’unica persona senza la quale non potete vivere siate voi stessi?

Se volete, fatemelo sapere nei commenti e se vi è piaciuto l’articolo, condividetelo!

 

(Dipinto di Edvard Munch – 1892)

Lancer, D. (2016). Codependency vs. Interdependency. Psych Central. Retrieved on November 3, 2016, from http://psychcentral.com/lib/codependency-vs-interdependency/

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *