Via la maschera
Siamo talmente abituati a mascherarci dinanzi agli altri che finiamo col mascherarci anche dinanzi a noi stessi.
François de La Rochefoucauld
Nella vita di tutti i giorni ci confrontiamo con una serie di situazioni, in cui è utile comportarci nel modo che pensiamo possa essere più opportuno per adattarci e sentirci accettati dagli altri.
Infatti, tuti indossiamo delle maschere. Esse ci permettono di porci in relazione al contesto e alla situazione sociale in cui si producono.
Cioè, ci comporteremo in modi diversi a seconda di dove ci troviamo e con chi ci troviamo; questo non significa non essere mai noi stessi, ma aderire al ruolo che siamo chiamati a rivestire in quel preciso momento, attraverso diversi aspetti tutti parte della nostra identità.
Quando, però, ad esempio, la preoccupazione per ciò che le persone possano pensare di noi è troppo forte, finiamo per indossare maschere al fine di nascondere o manipolare caratteristiche della nostra personalità, che possano ridurre al minimo le reazioni negative dei nostri interlocutori.
Allora, la maschera che indossiamo diventa rigida, fissa, non corrispondente a ciò che sentiamo e spinge in un angolo la nostra vera identità.
Facendo questo, violiamo la nostra autenticità, sentendoci degli impostori a disagio nella nostra stessa pelle e colpevoli di tradimento nei confronti di noi stessi; inoltre, diventa impensabile la possibilità di creare una reale connessione con gli altri, poiché la stiamo perdendo -o non l’abbiamo mai avuta- anche nei nostri confronti.
Quanta fatica e sofferenza comporta fingere di essere qualcuno che non si è?
Autenticità significa agire in accordo al proprio sentire, saper ascoltare sé stessi, i propri desideri e bisogni e agire di conseguenza, nei limiti del possibile (cioè, nel rispetto anche dell’altro).
Infatti, ad esempio, se non abbiamo voglia di parlare con qualcuno, non significa che sia giusto comportarci da maleducati.
Possiamo, invece, riconoscere il modo in cui ci sentiamo e chiudere gentilmente la conversazione. In questo modo, non avremo offeso nessuno e avremo agito come sentivamo di voler fare.
Più impareremo a essere autentici, più sperimenteremo sentimenti positivi e un generale senso di benessere.
Dunque, assumere i diversi ruoli della nostra quotidianità in maniera flessibile, ci potrebbe permettere di sviluppare un coerente e continuo senso di identità, libero di evolversi e adattarsi in modi sempre nuovi, quando serve e dove serve.
Da dove iniziare quando la paura di mostrarci e del rifiuto ci impedisce di essere autentici?
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Imparate a conoscervi. Siete la persona più importante della vostra vita, con la quale dovrete passare tutto il tempo che avete. Vale la pena iniziare a chiedersi chi si è al di fuori di queste costrizioni imposte. Che cosa vi piace? Che cosa non vi piace? Che cosa vi piacerebbe fare nella vita e quali traguardi vorreste raggiungere?
-Con queste domande sarete impegnati per almeno un anno-
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Trovate le vostre passioni e coltivatele. Anche se il vostro lavoro non corrisponde del tutto alle vostre passioni, avete il dovere di trovare il tempo per fare ciò che più vi piace. La vostra mente ha bisogno di esprimersi e affinare i talenti che possiede. Ognuno di noi ha qualcosa di unico e quando riuscirete a portarlo fuori, sarà apprezzato proprio perché unico. La paura del giudizio è forte, ma è qualcosa che si combatte a piccoli passi, finché non perderà la presa che ha su di voi.
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Quali sono le aspettative altrui che sentite come un peso? Alcune volte portiamo avanti personaggi che non trovano più posto nella nostra vita, che ci hanno stancato e che non sappiamo più come gestire. Imparate a mettere in discussione qualcosa che non funziona più per voi.
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Cercate coerenza. Portate all’esterno ciò che sentite dentro di voi. Essere rifiutati fa parte del gioco e, proprio per questo, non bisogna arrendersi. Inoltre, sforzarvi nel recitare una parte, vi rende la brutta copia di qualcun altro, quando potreste, invece, imparare ad essere voi stessi.
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Non dite sempre tutto ciò che pensate, ma pensate ciò che dite. L’onestà è fondamentale per fondare un reale rapporto, però, ricordatevi che con le parole possiamo ferire e, quindi, è bene saperle misurare. Ad esempio, non fornite consigli non richiesti.
Ricordatevi che, potremmo passare l’intera esistenza a cercare di assecondare le aspettative altrui, senza sentirci mai al posto giusto.
Essere liberi di essere chi sentiamo di voler essere, affermandoci per come siamo, richiede il coraggio di saper riconoscere e mostrare anche le nostre vulnerabilità e i nostri difetti, che fanno parte di noi e che ci rendono unici.
Se sentite di non farcela, chiedete aiuto allo psicologo.
E voi? Che cosa ne pensate? Siete pronti a lasciarvi lo spazio di diventare?
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A. M. Wood, P. A. Linley, J. M. and M. Baliousis, S. Joseph (2008), The Authentic Personality: A Theoretical and Empirical Conceptualization and the Development of the Authenticity Scale. Journal of Counseling Psychology, 55 (3), pp. 385–399.
F. Gino, M. Kouchaki, A. D. Galinsky (2015), The Moral Virtue of Authenticity: How Inauthenticity Produces Feelings of Immorality and Impurity. Psychological Science, 26 (7), pp. 983-996.
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