Un segreto ben custodito sulla gestione della nostra energia

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Perché vivere la vita sulla corsia di sorpasso ci può rallentare e che cosa fare diversamente?

Perché siamo sempre tanto esausti alla fine di una giornata? Come mai arriviamo a casa completamente prosciugati, a malapena in grado di cenare prima di “svenire” sul letto?

Normalmente, pensando alla stanchezza, ci vengono in mente pure cause fisiche: Mancanza di sonno, esercizio intenso o lunghe giornate di lavoro pesante. Eppure, nella nostra epoca quanti di noi svolgono lavori fisicamente impegnativi?

Lo sforzo fisico che ci viene richiesto durante la giornata non giustifica la stanchezza provata al ritorno a casa. Ad esempio, di un operaio edile, di un agricoltore che lavora la terra o di un medico con turni di giorno e di notte, potremmo pensare ad un esaurimento causato da una fatica fisica. Ma se il lavoro che svolgiamo non richiede questo tipo di sforzo, allora la mancanza di energie è prima di tutto mentale.

Una delle ragioni principali per questo tipo di esaurimento energetico riguarda le emozioni di alta intensità.

Un modo per la psicologia di distinguere le emozioni è lungo due dimensioni: Positivo/negativo e alta intensità/bassa intensità. In altre parole, l’emozione può essere positiva (come speranza e gioia) o negativa (come rabbia e vergogna), e di alta intensità (come euforia e paura) o di bassa intensità (come calma e tristezza).

 
 

È facile pensare a come le emozioni negative di alta intensità possano consumarci durante la giornata e, quindi, a come facciamo davvero di tutto per evitarle.

Quello che cerchiamo di vivere, invece, sono le emozioni positive, possibilmente di alta intensità. Infatti, molti di noi fanno affidamento alla propria reattività di fronte allo stress per portare a termine dei compiti; ci carichiamo di adrenalina e caffeina, riempiendoci oltre misura d’impegni e aspettando fino all’ultimo momento prima di completare i progetti, accumulando un certo livello di pressione per fare ciò che ci è richiesto, sul lavoro e non solo.

Ciò che ci sfugge è che anche le emozioni positive di alta intensità sono stancanti. Anzi, esse producono nel nostro corpo risposte non così diverse da quelle provocate dalle emozioni negative di alta intensità come ansia o rabbia. Il nostro battito cardiaco aumenta, le nostre ghiandole sudoripare si attivano e siamo tesi come corde di violino.

Le emozioni di questo tipo, sono pesanti da sostenere anche mentalmente. Diventa difficile concentrarsi quando si è tanto stimolati e attivati e le emozioni intense portano il nostro cervello a doversi riorganizzare per portare a termine un compito, caricandolo di ulteriori sforzi.

Poiché, in pratica, esse attivano la risposta fisiologica allo stress, possono esaurire il nostro sistema quando esposto per lunghi periodi (lo stress cronico compromette il sistema immunitario, la memoria e l’attenzione, per dirne alcune).

Allora, confondiamo il benessere con l’alta attività; più siamo attivi e pieni d’impegni, più pensiamo di stare bene e di essere sulla strada per il successo.

Del resto, questa è una prerogativa di noi occidentali alla disperata ricerca di emozioni come l’euforia e l’esaltazione, a discapito di quelle che potrebbero portarci equilibrio e in contrapposizione alle culture dell’Asia orientale, che danno più valore a emozioni positive di bassa intensità, come la serenità e la tranquillità.

In altre parole, mettiamo a dura prova la nostra mente e, dunque, il nostro corpo con uno stile di vita caotico e frenetico, orientato alla ricerca di soluzioni rapide, impegni incessanti, performance strabilianti.

Il risultato? Ci stanchiamo facilmente. Sia se ci troviamo alle prese con l’ansia o con l’eccitazione, ci priviamo della nostra più importante risorsa: l’energia.

Le emozioni positive, certamente, vengono vissute meglio dello stress, ma proprio come un alto livello di zuccheri può farci sentire bene per un po’, si finisce comunque per precipitare; ci stanchiamo molto prima di quanto avremmo fatto vivendo in uno stato di calma.

Questo non significa che non dovremmo mai sentirci stressati o euforici –né che dovremmo perdere il nostro entusiasmo- piuttosto, vuol dire che dovremmo imparare a prenderci i nostri tempi anche nel caos e a permetterci di scoprire che, procedendo con più calma nella vita, è possibile arrivare prima e in forma migliore.

 

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