Qualcuno mi ha visto?

Quel che devi ai tuoi genitori

Sarebbe troppo facile dire che mi sento invisibile; al contrario mi sento dolorosamente visibile, e incompreso.

David Levithan

Un super potere interessante quello dell’invisibilità e, come tale, i privilegi che ne conseguono sembrano piuttosto utili. Appunto, parliamo di un “super potere”, una capacità ideata dalla nostra fantasia e che vede la fisica lavorarci tuttora per ottenerla.

Eppure, di persone invisibili è pieno il mondo; potrebbe esserci qualcuno accanto a noi proprio ora che, pur possedendo un corpo di carne e di ossa, non si sente visto da nessuno.

Quando si tratta del mondo che è dentro di noi, ci può essere una disparità tra ciò che proviamo e la realtà dei fatti. Siamo presenti in mezzo alle persone, possiamo anche parlarci, ma sembra che lo sguardo e l’interesse dell’altro ci trapassi senza toccarci.

Proprio come essere invisibili ma, invece di essere dotati di un super potere, ci sentiamo vittime di un’incomprensibile maledizione.

Sentirsi invisibili, però, non riguarda gli altri, ma noi stessi e la nostra paura di non essere ascoltati o apprezzati, di schierarci con i nostri desideri e bisogni e il timore di non essere mai abbastanza.

A volte, si tratta di ferite che portiamo con noi sin da piccoli, quando ci sentivamo non visti e non degni delle attenzioni e cure altrui. Esse sono tanto dolorose che si tenta di cancellarle assecondando le richieste esterne, fingendo di essere ciò che crediamo vogliano da noi, per essere finalmente visti.

Questo, però, non fa altro che portarci fuori strada, lontano da chi siamo davvero, in una disperata ricerca dell’altro che ci separa sempre di più da noi stessi.

 

La solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi, la solitudine non è un albero in mezzo a una pianura dove ci sia solo lui, è la distanza tra la linfa profonda e la corteccia, tra la foglia e la radice. José Saramago

 

Impariamo a non ascoltare ciò che sentiamo e pensiamo, insegnando anche agli altri a fare altrettanto e così, via via, andiamo scomparendo.

Se non siamo noi i primi a vederci, non lo potrà mai fare nessuno al nostro posto; se quando sembra che nessuno ci veda, scegliamo di rimanere in silenzio, se mettiamo i bisogni degli altri di fronte ai nostri, se viviamo nel buio aspettando che arrivi qualcuno a tirarci fuori, allora dovremmo chiederci:

 

Chi sono io realmente?

 

Quante persone si sentono trascurate e ignorate perché lo sono davvero? E quante rinunciano a provare? La frustrazione e la solitudine possono portare stress, ansia e problematiche del tono dell’umore; parliamo di qualcosa che, quindi, non va sottovalutato e richiede attenzione da parte di chi lo vive.

 

Chi si sente invisibile:

  • Ignora le sue emozioni.
  • Crede che i bisogni degli altri siano più importanti dei propri.
  • Non riesce a difendersi quando qualcuno, ad esempio, gli risponde male.
  • Pensa di conquistare gli altri assecondandoli e donandosi totalmente.
  • Pensa di non valere nulla e solo con l’approvazione degli altri si sente meglio.
  • Non ascolta il suo corpo (ad esempio si dimentica di mangiare).​

Quanti di noi passano la vita a sentirsi invisibili sempre o in particolari situazioni?

 

Ecco a voi qualche spunto di riflessione:

 
  • Prendete consapevolezza. Cercate di rendervi conto di tutto ciò che fate o non fate per sentirvi invisibili intorno alle persone. Quale significato ha per voi il fatto di sentirvi in questo modo?

 
  • Trattatevi bene. Comportatevi con voi stessi come vorreste che facessero gli altri. Se non siete i primi a prendervi cura di voi, non lo farà nessun altro.

 
  • Riconoscete ciò che provate. Quando siamo i primi a ignorare i nostri sentimenti, diamo la possibilità agli altri di fare altrettanto. Che cosa desiderate? Quali sono i vostri reali bisogni che da troppo tempo lasciate in disparte?

 
  • Smettete di stare in silenzio. Se non ci portiamo rispetto, perché dovrebbero farlo gli altri? Per evitare un conflitto vi dimenticate di parlare per voi e, così facendo, abituate gli altri a trattarvi senza alcun riguardo.

 
  • Assumetevi la responsabilità della vostra vita. Come scegliete di comportarvi e di farvi trattare? In che modo questo influisce sugli altri? Che cosa potete iniziare a fare di diverso da domani?

 
  • Tagliate i rami secchi. Iniziate a guardarvi intorno e cercate di capire che tipi di relazioni avete stabilito con gli altri. Sono relazioni unidirezionali in cui voi date tutto e non ricevete nulla? Avete insegnato agli altri a ignorarvi e a calpestarvi, proprio come fate voi stessi nei vostri riguardi.

 

Ricordatevi che, siamo tutti alla ricerca di noi stessi e di un nostro equilibrio, ma la maggior parte del lavoro avviene dentro di noi.

Se sentite di non farcela, chiedete aiuto allo psicologo.

E voi? Da quanto tempo vi sentite invisibili?

Se volete, fatemelo sapere nei commenti e se vi è piaciuto l’articolo, condividetelo!

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