5 modi in cui la paura del rifiuto ti sta danneggiando

Quel che conta…non è il risultato

Conosco delle barche che si dimenticano di partire…

..hanno paura del mare a furia di invecchiare.

Jacques Brel

Tutti noi conosciamo il rifiuto e ne siamo, chi più chi meno, spaventati. Da coloro che non trovano mai il coraggio di dichiararsi alla persona che desiderano, a chi rimugina su come chiedere un aumento senza farlo mai; da chi non dice mai come la pensa davvero, a chi deve sempre apparire come l’individuo “perfetto”; da chi non sa dire di no, fino a coloro che non riescono a mostrare altro che falsi sorrisi.

E ancora, e ancora..

La paura del rifiuto è strettamente connessa al bisogno di appartenenza e quando lo viviamo ci fa talmente male che faremmo (e facciamo) di tutto per non sottoporci a questa sofferenza un’altra volta, mettendo in atto comportamenti che ci aiutano sul momento, ma che poi creano più problemi che soluzioni.

Chissà a quante meraviglie rinunciamo in nome di questa paura, perché, qualsiasi sia la storia dietro alle apparenze, sono poi le opportunità che andiamo a perdere. Opportunità per scoprire nuove strade, occasioni per imparare, momenti di vita autentici da assaporare, che, anche se brevi, restano nella memoria come più significativi di molti altri.

La paura del rifiuto, infatti, è spesso il più grande ostacolo tra le capacità di un individuo e il successo, e la sua potente presa può impedirci di arrivare dove invece potremmo.

Si tratta, dunque, di una paura davvero limitante, che influenza le nostre giornate molto più di quello che crediamo; mentre siamo sotto la sua influenza facciamo le cose in maniera diversa da come le faremmo se non avessimo paura di ricevere un rifiuto. Per questo, essa inquina le nostre relazioni, le nostre carriere e la vita di tutti i giorni.

Ad esempio, la paura di essere rifiutati può portarci ad aderire, senza esitazione, a tutte le condizioni che gli altri ci impongono, pur non traendo sollievo da tale strategia; anzi, ci sentiamo sempre più ansiosi rispetto alla possibilità di sentirci sminuiti, tagliati fuori, abbandonati e di restare, quindi, soli.

Ma di che cosa abbiamo realmente paura?

Ad un livello razionale, potremmo temere che il rifiuto confermi la nostra peggiore paura, magari quella di essere fondamentalmente non meritevoli di amore e condannati a stare soli. Quando questi pensieri girano nelle nostre menti, ci sentiamo agitati, ansiosi e/o depressi -e come potrebbe essere altrimenti?-.

Lavorare sulla nostra paura del rifiuto, o su un rifiuto accaduto, riguarda la possibilità di aprirsi a ciò che proviamo al riguardo; perché voler evitare di sentire tanto dolore non ci permette di viverlo, di accettarlo e di guarire più in fretta per procedere in avanti con le nostre vite.

Ecco 5 modi in cui la paura del rifiuto vi sta danneggiando:

1.Perdere nuove opportunità.

La paura serve a tenerci al sicuro dai pericoli. Siamo geneticamente predisposti al fine di evitare ciò che ci spaventa; però, mentre scappare da un leone affamato ha senso, rifiutarsi di chiedere un aumento per la paura di un no, non è logico. Eliminare OGNI possibile rischio di rifiuto dalla vostra vita, vi impedirà di esplorare nuove possibilità. Non c’è garanzia che la platea apprezzerà la vostra presentazione o che i vostri amici sosterranno la vostra idea. Ma finché non sarete disposti a rischiare di ricevere uno, due o dieci rifiuti, non otterrete nulla.

2.Cercare di accontentare tutti.

Un modo di ridurre le possibilità di venire rifiutati è cercando di evitare di mettersi in tale condizione accontentando tutti. Dire sempre di sì, anche quando si vorrebbe dire di no, potrebbe farvi guadagnare l’accettazione altrui, almeno per un po’. Con il passare del tempo, però, il dubbio che stiate sbagliando farà capolino perché vi renderete conto che è impossibile accontentare tutti ogni volta e, in ogni caso, non siete voi i responsabili di come gli altri si sentono –bene o male che sia-.

3.Non essere voi stessi.

La paura del rifiuto può portarvi a recitare un ruolo utile a mascherare ciò che ritenete inaccettabile di voi stessi. Imbalsamandovi in un sorriso finto, cercando di adattarvi a tutti i presenti, diminuite la vostra paura di essere visti per chi siete davvero, impedendovi, però, un reale contatto con gli altri. La vulnerabilità è la chiave di una vita autentica, ma certamente, essere vulnerabili comporta il rischio di venire feriti. Se la paura del rifiuto vi impedisce di essere genuini, sarà difficile instaurare relazioni sincere.

4.Evitare di esprimersi.

Se invece di insistere per chiudere un affare dite “chiamami se decidi che ti interessa” evitando di esporvi, potrete ridurre l’ansia di un rifiuto. Questa tecnica passiva vi proteggerà dal ricevere direttamente una risposta negativa, ma evitando di esprimere la vostra opinione, rifiutando di far sentire la vostra voce, non potrete ottenere ciò che volete.

5.Agire in modalità passivo-aggressiva.

Dire a un amico “la mia famiglia è così egoista, non mi aiutano neppure a traslocare” invece di chiedergli direttamente di darvi una mano, potrebbe essere un modo per spingerlo a offrirsi spontaneamente come volontario. Questi tentativi di evitare un rifiuto, però, sono manipolativi. Sappiamo che un rifiuto indiretto non punge come uno detto chiaro e tondo, ma insinuare o lamentarsi per spingere l’altro a considerare qualcosa senza che gli venga espressamente chiesta, ci evita ancora una volta un reale contatto con l’altro e può portare a fraintendimenti comunicativi che, alla lunga, diventano difficili da superare.

Muoversi nella priorità di evitare ogni tipo di rifiuto, ci risparmia, magari, un dolore immediato, ma non fa altro che metterci in posizioni peggiori con il passare del tempo. Ci allontaniamo dalle persone invece che rischiare di avvicinarci, ci tratteniamo dall’esprimere i nostri reali sentimenti e lasciamo indietro gli altri prima che possano farlo loro a noi.

Venire scartati o messi da parte non è la fine del mondo. Imparare a tollerare lo stress associato al rifiuto può, in realtà, costruire la vostra sicurezza. Una volta che vedrete che non è così catastrofico come pensavate, imparerete che chi non rischia non ottiene nulla.

Se potessimo ricordarci più spesso di essere umani accomunati dalle stesse paure, potremmo iniziare a fidarci di ciò che proviamo e a lasciarlo vivere, affinché il nostro organismo compia il suo naturale processo di guarigione dalle delusioni e dagli urti della vita.

Possiamo permetterci di sentire dispiacere, paura, solitudine, rabbia o qualsiasi altro sentimento che nasce come parte della nostra elaborazione del dolore. Proprio come quando perdiamo qualcuno e abbiamo bisogno di stare con ciò che proviamo per guarire, possiamo fare lo stesso di fronte al rifiuto. E possiamo fare anche di più, imparando dalle nostre esperienze, che ci permettono di proseguire con più forza e consapevolezza.

Mentre diventiamo meno spaventati da ciò che sentiamo dentro di noi –cioè, meno spaventati da noi stessi- diventiamo meno intimiditi dal rifiuto e più pronti ad amare ed essere amati.

Se sentite di non farcela, chiedete aiuto allo psicologo!

E voi, che cosa ne pensate? In che modo la paura del rifiuto vi ha ostacolato?

Se volete, fatemelo sapere nei commenti e se vi è piaciuto l’articolo, condividetelo!

Fonte

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *