10 modi per imparare a piacersi

Quel che devi ai tuoi genitori

Non preoccuparti se gli altri non ti apprezzano.

Preoccupati se tu non apprezzi te stesso.

Confucio

Quanti di noi possono dire di piacersi davvero? E quanti non si piacciono per niente?

Molte persone non sono solamente critiche nei loro confronti, ma arrivano a torturarsi per ogni piccolo sbaglio commesso e a riprendersi aspramente per tutto ciò che di loro stessi non riescono ad accettare.

Eppure, alla base di una buona autostima c’è proprio un vissuto di accettazione nei confronti di sé stessi, per come si è e non per come si vorrebbe essere. Questo non significa che frasi come “sono fatto così” siano permesse. La possibilità di auto criticarsi è fondamentale per fare dei cambiamenti e, quindi, per poter continuare a crescere.

Però, quando i nostri difetti e limiti ci portano un senso di vergogna e colpa e non facciamo altro che sottoporci al plotone d’esecuzione ogni volta che ci rivolgiamo a noi stessi, ci impediamo in realtà di crescere, proprio perché, limitandoci a giudicare non ci mettiamo in condizione di capire e quindi di trovare una certa intesa con la nostra persona.

Quella con noi stessi è la relazione più importante della nostra vita; se non funziona questa, non ne funzioneranno altre. Se non siamo noi i primi a piacerci, amarci, stimarci, chi altro dovrebbe farlo?

Lo psicologo Carl Rogers scriveva negli anni ’50 che la considerazione positiva è importante per lo sviluppo della personalità. Secondo Rogers, quando i genitori mettono sui figli delle “condizioni di valore”, essi cresceranno incerti e critici. Ad esempio, quando il bambino sente di poter ricevere amore e riconoscimento solo quando non delude le aspettative dei genitori, rischia di sviluppare un dialogo interno squalificante, sempre pronto a confrontare sé stesso con ciò che pensa di dover essere per poter ricevere amore.

Se anche voi non fate che infierire su voi stessi quando siete già a terra, sappiate che vi state facendo un grande danno.

Imparare ad accettarsi è un lungo processo liberatorio che, in conclusione, ci porta a smettere di essere il nostro peggior nemico -un nemico che giudica, ostacola, compete, accusa, sabota e odia- a diventare il nostro miglior alleato –un alleato che ascolta, accoglie, collabora, sostiene e ama-.

Allora, da dove iniziare per migliorare la relazione con noi stessi?

Parlate bene a voi stessi di voi stessi. Imparate a riconoscere e a mettere da parte i vostri pensieri negativi e un dialogo interno squalificante. Restate aperti al positivo e a quello che ha da offrirvi. Che cosa vi piace di voi?

Non abbiate paura di confrontarvi con i vostri limiti. La possibilità di pensare alle proprie “debolezze” è ciò che ci permette di smussarci in alcuni punti, cambiarci in altri e trovare la risorsa dove prima era evidente il solo difetto.

Perseverate in quello che desiderate. Non permettete che gli imprevisti della vita vi portino fuori strada, ma ricordatevi che anche le circostanze peggiori sono temporanee.

Fidatevi di voi stessi. Bisogna credere nelle nostre capacità a qualsiasi costo, mettendole a frutto e facendone esperienza. Avrete sempre le risposte dentro di voi, anche se a volte non vi sembra per nulla. Imparate a dirvi “in qualche modo, me la caverò”.

Passate del tempo di qualità da soli, coccolatevi, fatevi piccoli doni. Organizzate una bella uscita solo per voi, per fare qualcosa che vi piace e che vi rilassi. Portatevi fuori e passate qualche ora piacevole in compagnia di voi stessi.

Siate amici della vita. Le cose negative che vi accadono non sono un modo di punirvi e non accadono solo a voi. La punizione c’è, ma arriva dopo e siete proprio voi a infliggervela attraverso un dialogo interno squalificante. Prima, ascoltate ciò che provate, poi cercate di focalizzarvi sulle opportunità nascoste nell’insidia.

Siate pazienti. Quando s’inizia un lavoro su sé stessi si vorrebbero vedere subito dei progressi. Purtroppo l’attenzione va a quei passi avanti davvero grandi, che sarà più probabile che giungeranno per ultimi. Dovete mettervi in testa che non c’è una scorciatoia per arrivare in cima, non si può fare altro che iniziare e tifare per sé stessi ad ogni piccolo passo.

Lasciate andare il passato. Rimproverarsi in ogni occasione per errori passati non farà altro che appesantire il vostro presente e deteriorare la relazione con voi stessi. Se ci fosse una persona che tutto il giorno sussurrasse nel vostro orecchio quello che potevate fare meglio, che cosa fareste? Avreste ancora voglia di frequentarla?

Il confronto con gli altri vi deve servire come spunto e non come motivo di resa. Tutti questi sentimenti negativi che provate verso voi stessi arrivano anche dall’idea di non essere come gli altri, di essere in qualche modo sbagliati e indegni. Ci saranno sempre delle persone più brave di voi in qualcosa o che possiedono quella caratteristica che non avete. Ma sono queste le occasioni per osservare, riflettere e imparare e non per buttarvi giù.

Riconoscete di essere unici. Ognuno di noi è un pezzo unico che passa la sua vita a darsi una forma, per scoprire quale sia il suo posto nel mondo. Guardatevi per quello che siete, creature meravigliose e affascinanti con il dono/maledizione di dover scoprire e costruire sé stessi.

Ricordatevi che, non importa quello che la vita vi metterà di fronte; quando sarete voi i primi a tifare per voi stessi, a piacervi, non potrete che affrontare al meglio qualsiasi prova.

E voi, in che rapporti siete con la persona che vedete ogni giorno nello specchio?

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2 Commenti

  1. Riccardo

    Sagge parole….

    Rispondi

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