Il valore della disobbedienza

Nessuno può rovinarti la giornata, solo tu puoi

Se l’obbedienza è il risultato dell’istinto delle masse, la rivolta è quello della loro riflessione. 

Honoré de Balzac

Sin da quando siamo piccoli impariamo che ci sono delle regole da rispettare e autorità alle quali obbedire. La famiglia, la maestra, il professore, il capo. Di figure alle quali rispondere, ne incontriamo tante.

Senza regole o autorità, saremmo immersi nel caos e incapaci di adattarci a una vita sociale e relazionale. Dunque, obbedire ci da sicurezza, dei punti di riferimento e un filo conduttore da seguire nella confusione che la vita ci mette davanti.

Obbedire a una persona, a un’istituzione o al potere è sottomissione nel momento in cui implica la rinuncia alla propria autonomia e l’accettazione che una volontà esterna occupi il posto della nostra. L’obbedienza che, invece, deriva da una nostra scelta autonoma, basata su una nostra convinzione è un atto di affermazione. (1)

Infatti, se questa convinzione è autenticamente nostra essa fa parte di noi e seguendola, resteremo fedeli a noi stessi.

Siamo autenticamente noi o stiamo vivendo nelle convinzioni di qualcun altro?

Quando la nostra obbedienza smette di essere utile?

I bisogni dell’essere umano che spingono verso l’obbedienza all’autorità e al gruppo, dettati dal bisogno di crescita e appartenenza, rendono a volte vulnerabili, soprattutto in presenza di situazioni nuove o ambigue. (2)

In questi casi seguire gli altri sembra la cosa giusta da fare, ma questo non è sempre vero.

A volte, la società utilizza il bisogno di appartenenza per indurre processi di normalizzazione conformistica, riferiti a valori che possono anche essere discutibili. Un individuo educato secondo i principi etici e morali, e secondo i principi umani universali, può protendere verso l’obbedienza alla propria coscienza umanistica e alle autorità razionali, ma per fare ciò è necessario che maturi un buon grado di consapevolezza, di autostima e di coraggio che gli permettano di errare e di peccare senza farsi sopraffare dal senso di colpa e dalla paura di restare solo. (2)

Quando abbiamo paura di sbagliare, preferiamo seguire gli altri rinunciando alla libertà di pensare e di agire in autonomia.

-Con il termine autonomia (dal greco

antico αὐτονομία; αὐτόνομος, autònomos,

parola composta da αὐτο, auto- e νόμος,

nomos, “legge”, ovvero “legge propria”)

si intende la possibilità per un soggetto

di svolgere le proprie funzioni senza

interferenze o condizionamenti da parte di terzi.-

 

L’autonomia è un bisogno fondamentale dell’essere umano; chi la sperimenta mostra una migliore opinione di sé e delle proprie capacità. Infatti, quando possiamo sentirci padroni della nostra vita, proviamo un senso d’indipendenza che ci permette di scegliere senza subire le pressioni degli altri.

Ci sono molte occasioni in cui non facciamo come ci viene detto, spesso seguendo il nostro semplice buon senso. Chiunque di noi potrebbe raccontare di come molte delle proprie esperienze più significative, vengono da un atto di disobbedienza. A volte ne abbiamo pagato le conseguenze, con altre abbiamo scoperto qualcosa di noi che altrimenti sarebbe rimasto sopito, quando disobbedire è risultato davvero la cosa giusta da fare per noi stessi.

Ciò non significa che non dobbiamo interessarci di chi ci circonda o che è necessario diventare dei ribelli. Anche un ribelle non è autonomo e non è libero nel momento in cui agisce per il semplice gusto di andare contro e non per seguire qualcosa in cui crede.

Se un uomo può solo obbedire e non disobbedire, è uno schiavo; se può solo disobbedire e non obbedire è un ribelle che agisce per rabbia, delusione, risentimento e non in nome di ciò di cui è convinto.

Erich Fromm

Quando possiamo solo obbedire, ci preoccupiamo eccessivamente delle aspettative e delle opinioni delle altre persone e non ci sentiamo in grado di prendere decisioni con la nostra testa.

Se l’obbedienza ci da una voce da seguire nel buio, disobbedire significa rischiare di perdersi?

Come dei sonnambuli camminiamo addormentati e procediamo a occhi chiusi sicuri dell’appoggio degli altri che, inevitabilmente, ci conducono dove vogliono loro.

Ma dove vogliamo andare NOI?

Stress, ansia, sensi di colpa, rabbia, dipendenze e stati depressivi, sono solo alcune delle problematiche che possiamo sperimentare in mancanza di autonomia, di fronte a un’obbedienza cieca che ci porta a fare cose che non vorremmo e a vivere una vita che, in sostanza, non ci appartiene.

L’uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni e le decisioni comportano rischi.

Erich Fromm

Limitandoci a fare ciò che ci viene detto non siamo liberi, ma comunque responsabili. Se le cose non vanno, è poi più semplice accusare chi riteniamo responsabile quando non si tratta direttamente di noi.

Ma i responsabili delle scelte che prendiamo, anche se non nostre, non sono gli altri in ogni caso; siamo comunque noi a pagarne le conseguenze.

Se sentite di non aver mai scelto, è arrivato il momento di mettere in discussione la vostra posizione nel mondo.

Quando eseguiamo senza pensare, perché “così è sempre stato fatto” o perché “non ho scelta”, stiamo piegando la nostra volontà, relegandola sempre più lontano da noi.

A questo punto, disobbedire diventa un atto necessario per trovare la nostra voce e iniziare ad agire per come si crede. Certo, seguire la nostra voce interiore richiede una fiducia in noi che forse non abbiamo mai avuto la possibilità di costruire, ma da qualche parte bisogna iniziare.

Allora, quale atto di disobbedienza potrebbe liberarvi?

Se volete, fatemelo sapere nei commenti e se vi è piaciuto l’articolo, condividetelo!

 

Fromm, Erich. (2009). “Disobedience as a Psychological and Moral Problem.” Writing and Reading for ACP Composition. Eds. Thomas E. Leahey and Christine Farris, pp. 258-263, New Jersey: Pearson. (1)

Lancer, D. (2013). Co-Dependency: Put the “I” in Independence. Psych Central. Retrieved on January 21, 2016, from http://psychcentral.com/lib/co-dependency-put-the-i-in-independence/

Cianciabella, S. (2014). Siamo uomini E caporali. Psicologia della disobbedienza. Milano: Franco Angeli Editore. (2)

 

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *