Il nostro timoniere
C’è una forza più potente del vapore e dell’energia elettrica: la volontà.
Fernán Caballero
Molti di noi hanno un senso vago e poco definito della propria identità, infatti, chi siamo e che cosa vogliamo sembrano concetti inafferrabili, per i quali non sappiamo neanche da dove iniziare.
Qual è la mia identità e qual è la mia volontà?
Questo senso di smarrimento ci spinge alla sola ricerca di piaceri momentanei, a discapito della costruzione di un progetto di vita che possa portarci significato e serenità.
Rimandiamo le cose che richiedono impegno e fatica, perché di questi non vogliamo sapere, eppure, più passa il tempo e più proviamo disagio per tutte quelle cose che avremmo dovuto fare, ma che non abbiamo fatto.
Oppure ci mettiamo sulla strada sbagliata, che risulta ancora più faticosa perché non ci appartiene.
Chi ci circonda, infatti, esercita inevitabilmente una sua influenza e l’ambiente, anch’esso, ci presenta ostacoli, che lo vogliamo oppure no; ma tentare di risparmiare le energie, cedere alla paura o soccombere al volere altrui, nascondono dolorose insidie.
Le energie finiranno disperse proprio perché non stiamo facendo ciò che realmente vogliamo e le nostre paure, invece di essere affrontate e sconfitte, guadagneranno sempre più potere.
Allora, perdiamo di vista una direzione che ci appartenga e rischiamo di identificarci con le nostre emozioni, i nostri pensieri o ruoli sociali, che, invece, sono altro da noi.
Quando ci permettiamo di osservare -come dall’esterno- ciò che sperimentiamo, ci rendiamo conto di essere altro da esso, che abbiamo una mente, ma che non siamo la nostra mente.
Se prendiamo un pezzo di argilla e ne facciamo un anfora e questa un bel giorno prendesse coscienza di Sé, dirà: io sono un’anfora. Se dissolviamo l’anfora, rimpastiamo l’argilla e ne facciamo una statua e questa un bel giorno prendesse coscienza di Sé, dirà: io sono una statua. Se ancora dissolviamo la statua, rimpastiamo l’argilla e ne facciamo una piramide e questa un bel giorno prendesse coscienza di Sé, dirà: io sono una piramide. Ma se l’anfora, la statua, la piramide, le costruzioni temporali, spaziali e qualificate, potessero prendere coscienza del loro sostrato primordiale, direbbero: sono l’argilla inqualificata, omogenea, che prende forma ora come anfora, ora come statua, ora come piramide. Raphael
E così, l’argilla osserva le forme che può prendere, senza identificarsi con esse; diventa quindi libera di sentire la sua vera essenza e di esprimerla come meglio sente.
È nell’atto di volontà, quando prendiamo decisioni, che ci esprimiamo e scopriamo chi siamo.
La volontà è un’energia che mobilita le nostre funzioni psichiche, ne dirige e utilizza le attività in modo creativo e fluido, attraverso la concentrazione e l’attenzione, utili a non perdere di vista lo scopo finale.
Non si tratta di senso del dovere o di testardaggine, essa non forza, non spinge e non giudica, ma orchestra sensazioni, emozioni, pensieri, in funzione di obiettivi e scopi, come il “timoniere di una nave. Sa quale deve essere la rotta della nave, e la mantiene con fermezza, nonostante le sbandate causate dal vento e dalla corrente” (R. Assagioli).
Scoprirla dentro di noi può cambiare il nostro modo di vedere il mondo; comprendiamo di essere soggetti dotati del potere di scegliere e di cambiare. Ci rende autocoscienti, liberi e responsabili.
L’uomo sperimenta la sua individualità nei termini della sua volontà, e ciò significa che la sua esistenza personale è identica alla sua capacità di esprimere la sua volontà nel mondo. Otto Rank
È possibile per tutti riconoscere la propria volontà e aumentarne la forza, che può essere pensata come un muscolo da allenare.
Ecco per voi qualche spunto di riflessione:
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Osservatevi. Iniziate a farlo quando provate emozioni sgradevoli o pensieri negativi. Fermatevi e guardate che cosa succede nella vostra mente al fine di distaccarvi dall’esperienza e prendere più consapevolezza di voi stessi.
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Interrogatevi. Che cosa volete dalla vita? Come v’immaginate tra 10 anni? E tra 5? Da dove iniziare?
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Ragionate i vostri obiettivi. La volontà si muove con un fine, composto di piccoli passi. Non c’è errore peggiore, sulla strada verso una meta, del tenere gli occhi sulla cima della montagna senza guardare dove si va. La volontà s’indebolisce e il percorso viene abbandonato. Iniziate a programmare i vostri obiettivi arrivando a scomporli in piccolissime parti da distribuire negli anni, nei mesi e nei giorni. Partendo dai giorni, prestabilite tabelle di marcia e rispettatele (quindi, attenzione, che siano concrete e realizzabili).
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Decidete, provate, sbagliate. Quando valutate una scelta, siete frenati dalla paura di commettere un errore. La verità è che commetteremo sempre errori, ma essi ci serviranno per imparare. Dunque, prima sbagliamo e meglio sarà.
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Lasciatevi ispirare. Letture, immagini, idee altrui e il loro esempio, diventano nutrimento per la vostra volontà.
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Create immagini positive. Immaginare situazioni catastrofiche o negative per noi, ci farà provare sensazioni spiacevoli, proprio come se stessimo vivendo realmente ciò che è invece solamente nella nostra testa. Iniziate a visualizzare esiti positivi o cose che vi facciano sentire bene.
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Arrendetevi ogni tanto. Non è possibile controllare tutto e, accettando questo, impariamo a fluire dolcemente con la vita, invece di passarla a combattere contro i mulini a vento. La volontà può essere anche nell’abbandono, quando serve; cercare di forzarla, finisce per indebolirla.
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Costruite abitudini positive. Quando siete stressati, rischiate di cadere nei soliti meccanismi nocivi, se non ne avete altri a disposizione. Trovate il piacere in attività o rituali funzionali al vostro benessere, che possano staccare la mente dal problema e nei quali cercare conforto quando qualcosa non va (una bella passeggiata, la lettura di un libro, un bagno caldo, palestra, ascoltare musica, attività creative ecc..).
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Trovate le vostre debolezze e anticipatele. Riconoscete quando sta per arrivare una tentazione a piegare la vostra volontà e attuate delle mosse preventive. Ad esempio, se sapete già che sarete tentati dalla festa organizzata la sera prima dell’esame, createvi ancora più motivi per non andare (diventate irrintracciabili per non farvi spingere dagli altri, fatevi nascondere le chiavi della macchina da qualcuno ecc..).
E voi, che cosa ne pensate? Da quale di questi punti vorreste iniziare?
Se volete, fatemelo sapere nei commenti e se vi è piaciuto l’articolo, condividetelo!
R. Assagioli, L’Atto di Volontà, Roma 1977.
Muraven, M. (2010). Building self-control strength: Practicing self-control leads to improved self-control performance. Journal of Experimental Social Psychology, 465-468.
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