Il nostro superpotere

Quel che devi ai tuoi genitori

Se desideri vedere le valli, sali sulla cima della montagna. Se vuoi vedere la cima della montagna, sollevati fin sopra la nuvola. Ma se cerchi di capire la nuvola, chiudi gli occhi e pensa. 

Kahlil Gibran

Quando siamo bambini, la vita è un sogno ad occhi aperti in cui tutto desta curiosità e ogni cosa è fonte di meraviglia. Crescendo, dimentichiamo com’era poter vivere in quel mondo di fantasia e lasciamo posto alla cruda realtà; per diventare adulti e per imparare a essere seri e responsabili.

Ma per vivere con i piedi per terra, è davvero necessario rinunciare alla nostra immaginazione?

Vediamo le persone intorno a noi fare scelte importanti e arrivare a traguardi che fanno parte della vita di tutti. Formazione, lavoro, famiglia, casa e macchina e il gioco è fatto. La vita è sistemata e impacchettata.

Dunque, i nostri obiettivi si dispiegano su pochi e inflessibili punti:

  • Rendere i nostri cari orgogliosi di noi.

  • Trovare un buon lavoro.

  • Mettere su famiglia.

  • Essere felice.

E la nostra lista della spesa è così conclusa.

Provate adesso a usare la vostra immaginazione: Quale poteva essere la lista immaginata dai bambini che siamo stati?

Alcuni di noi avranno sognato di andare sulla luna o scoprire luoghi incantati, altri di salvare vite, risolvere misteri o fare magie. Chi più ne ha, più ne metta.

Probabilmente l’obiettivo –l’unico- era di inseguire un sogno che ci appassionasse e che ci permettesse di scoprire e “conquistare” il mondo. Un sogno in cui i protagonisti della nostra storia eravamo noi.

Che fine hanno quei bambini?

Forse, hanno scoperto che dire ciò che si pensa può comportare un rimprovero o un brutto voto e, peggio ancora, la presa in giro e il giudizio altrui. Hanno capito che è molto più facile dire e fare come tutti gli altri, piuttosto che rischiare di sbagliare ed essere additati per questo.

Gli è stato trasmesso che pensare come tutti gli altri, è più sicuro che pensarla diversamente.

Da piccoli, con la nostra immaginazione potevamo fare ed essere qualsiasi cosa. Allora non ce ne rendevamo conto, ma era proprio questo il nostro superpotere, quello che ci dava accesso alla libertà più totale di vedere le cose a modo nostro, di pensare al noto e all’ignoto, al possibile e all’impossibile.

L’immaginazione, dunque, perde terreno proprio dove dovrebbe essere incoraggiata; a scuola dove sembrano contare solo i voti, a lavoro dove c’è solo un modo di fare le cose –come sono sempre state fatte-.

Eppure, il progresso non viene dalla sicurezza della ripetizione, ma dal rischio che comporta l’andare oltre ai confini conosciuti, oltre alla propria linea di sicurezza dove non sappiamo che cosa ci aspetta.

Alcuni uomini vedono le cose per come sono e chiedono: “Perché?” Io oso sognare cose che non sono mai state e dico: “Perché no?”

George Bernard Shaw

L’immaginazione è l’abilità di formare delle immagini mentali di qualcosa che non può essere percepito attraverso i cinque sensi; è la capacità della nostra mente di costruire cose, eventi o storie che non esistono realmente di fronte a noi (e che magari non esistono affatto… o non ancora).

La usiamo anche senza rendercene conto; quando pianifichiamo una vacanza o una riunione di lavoro, quando descriviamo un luogo o raccontiamo una storia.

E’ ciò che ci permette di liberare le nostre più profonde aspirazioni; rinforza i nostri ideali e le nostre speranze; ci aiuta a risolvere i problemi dandoci accesso a nuove soluzioni e calmando i nostri timori.

Essa rende possibile la creazione di un intero altro mondo dentro la nostra mente, compreso di sensazioni ed emozioni, dandoci la possibilità di vedere il passato, il futuro e le cose da diverse prospettive.

Ad esempio, quando sogniamo ad occhi aperti –se la nostra completa attenzione non è richiesta- ci permettiamo di andare dove vogliamo, magari in un posto che possa darci un po’ di calma e tranquillità, anche se solo nei meandri della nostra mente.

Naturalmente, questo non significa che dovremmo vivere in un mondo fatto di sogni. Se così fosse, rischieremmo di cadere nell’estremo opposto, dove saremmo ancora degli schiavi ma, stavolta, di un ottimismo irrealistico.

L’immaginazione può essere, dunque, un dono dalle infinite possibilità.

Tutto ciò che conosciamo, viene da un atto immaginativo; ogni nostra scoperta e conquista viene dall’immaginazione di qualcuno che ha saputo guadare oltre il conosciuto, che è riuscito a dare scopo al proprio mondo e metterlo alla prova.

“Le ho provate davvero tutte, non c’è niente da fare.”

Per qualche ragione, molti di noi non si aspettano il meglio dalla propria vita, ma solo il peggio e le conferme non tardano ad arrivare.

Se la nostra immaginazione non lascia spazio a nuove possibilità e se la nostra vocina interiore non fa che dirci che non c’è speranza, allora sarà proprio così.

Paura, ansia, rabbia, felicità e desiderio, sono alimentate da ciò che “vediamo” nella nostra mente: la nostra realtà è fatta di tutte le cose sulle quali scegliamo di porre attenzione.

Viviamo da così tanto in una prigione fatta delle nostre paure che non riusciamo più a immaginare che cosa accadrebbe uscendone; e questa è diventata la nostra peggiore paura.

Quando ci permettiamo di pensare al di fuori di questa realtà, possiamo estendere i nostri confini per uscire dall’ordinarietà della mera ripetizione ed entrare nello straordinario potere creativo, accessibile a noi tutti attraverso l’immaginazione.

Incoraggiamoci a brillare di una luce solo nostra, dove i risultati inaspettati dell’immaginazione creativa possono guidarci verso mete prima credute irraggiungibili.

L’immaginazione può arricchire la nostra vita. Se i nostri pensieri creano la realtà in cui viviamo, ma questa non ci soddisfa, forse dobbiamo iniziare a pensare cose diverse. Creiamo le stesse sfide, gli stessi problemi, finiamo in circoli viziosi nei quali ripetiamo le stesse esperienze negative. Avventuriamoci verso nuovi orizzonti, immaginiamo nuove mete e obiettivi, nuove imprese e successi. Creiamo un’energia positiva intorno a noi che spinga anche ad agire (il pensiero non basta!).

Siamo degli inventori. L’inventore crea i problemi per inventare le soluzioni. Colui che ha abbandonato l’immaginazione incontra ostacoli che non desidera e che non sa come superare. Colui che immagina la sua vita per come la vorrebbe, incontra sfide che gli servono per arrivare dove vuole.

La realtà non è rose e fiori. Dobbiamo prenderne atto, guardare il telegiornale è qualcosa per stomaci forti, ma non per questo dovremmo farci buttare giù da tutto ciò che non va nel mondo. Non cadiamo nella trappola del vittimismo e cerchiamo di usare la nostra immaginazione per tenere viva la speranza di un domani migliore.

Rispolveriamo la nostra immaginazione e creiamo nuove realtà in cui vivere. Sfidiamo le regole, oltrepassiamo i nostri limiti e diamoci la possibilità di evolvere in qualcuno che apprezziamo davvero.

Allora, possiamo immaginare di toccare il cielo con un dito?

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