Cambiamento? Nulla di fatto quando BIAGIO (AutoBoIcottAgGIO) e CETTO (PreconCETTO) vanno a braccetto
Chi davvero vuole può.
Ma per potere e volere,
bisogna prima sapere e,
soprattutto, osare.
Eccoci nuovamente a parlare di cambiamento che resta un tema sempre molto scottante e attuale. C’è chi afferma che per cambiare basta volerlo, il famoso “volere è potere“, come anche chi, invece, non crede neppure che il cambiamento sia qualcosa di possibile perché “chi nasce tondo non muore quadrato“. Abbiamo parlato più volte di queste posizioni e di come possano diventare prospettive limitanti, dove nel primo caso non si finisce per far altro che colpevolizzarci per il “non volere/essere abbastanza da riuscire” e nel secondo finisce che a cambiare non ci si prova nemmeno. Invece, è importante prendere in considerazione l’idea che se non riusciamo a raggiungere i cambiamenti che ci siamo prefissi pur avendo “provato di tutto” è proprio perché non siamo realmente consapevoli di che cosa provoca e alimenta questa impossibilità di cambiare. Ma se non sappiamo quale sia realmente il problema, effettivamente, come potremo mai risolverlo?
Dunque, per intraprendere un reale processo di cambiamento è necessario spostarsi dalla fase di pianificazione/ri-pianificazione continua del cambiamento e ripartire dall’analisi del problema, ponendoci forse per la prima volta sul serio la spinosa domanda “perché non riesco a cambiare?“.
Per cominciare a mettere insieme qualche indizio al riguardo, ecco un prezioso contributo della dottoressa Tiziana Persichetti Auteri che oggi ci parla di due pessimi compagni di viaggio per la via del cambiamento e di una tecnica psicoterapeutica finalizzata al confronto con questi elementi e alla loro risoluzione.
Cambiamento? Nulla di fatto quando BIAGIO (AutoBoIcottAgGIO) e CETTO (PreconCETTO) vanno a braccetto
È la fine dell’anno. Si fa il punto e si comincia a riflettere su cambiamenti che vorremo realizzare nel prossimo futuro. Da gennaio smetto di fumare, mi metto a dieta, inizio un corso di Yoga, e via a quelle modificazioni che si vogliono fare da tempo. Questo è l’anno giusto. Stranamente gennaio vola e non ce ne siamo nemmeno accorti, ci troviamo a fine febbraio e per impegni vari non siamo riusciti ad organizzarci. Marzo sembra il periodo migliore per iniziare eppure a fine aprile abbiamo in mano solo qualche tentativo maldestro che non ha affatto contribuito a dare lo “start” al cambiamento… anzi.
A chi non è mai capitato di programmare cambiamenti da attuare per migliorare ad esempio lo stato di salute, modificare abitudini o condizioni personali non proprio funzionali? Nonostante sia piuttosto lampante che alcuni cambiamenti avrebbero migliorato nettamente il nostro stato di salute, la forma fisica, la qualità di vita e potenziato il nostro livello di autoefficacia, niente…nulla da fare.
Il nostro organismo è programmato per la sopravvivenza con il minor dispendio energetico, il sistema tende a tornare ad equilibri precedentemente consolidati. Questo però non appare sufficiente a spiegare la resistenza a cambiamenti che così evidentemente apporterebbero miglioramenti in termini di qualità, anche a lungo termine. Alcuni dei comportamenti che vorremmo modificare infatti ci portano a dei vantaggi immediati in termini di compensazione emozionale e soddisfazione momentanea e di breve durata, ma ad un caro prezzo in termini di qualità della vita a lungo termine. Praticamente la tendenza è quella di barattare la “felicità” a lungo termine per un istante di soddisfazione. Un investimento che se fosse in denaro lo escluderemmo a priori.
Che cosa blocca il cambiamento?
Anche ad un osservatore poco attento non sfugge che appena vengono fissati degli obiettivi che vanno contro corrente rispetto alle consuete abitudini, anche se disfunzionali, si inizia a procrastinare credendo di poter fare meglio in un prossimo futuro. In questo rimandare e spostare si affaccia l’idea di non essere all’altezza del compito, connesso a varie credenze su noi stessi e sul mondo, spingendo ulteriormente verso una proroga.
L’autoboicottaggio e il preconcetto non sono semplicemente due concetti da comprendere ed elaborare. Si materializzano e interferiscono pesantemente con il nostro benessere psicofisico. In molti disturbi divengono i peggiori compagni di viaggio di cui non si è consapevoli. Mano nella mano con le compulsioni, stringono alleanze con le catastrofi. Rappresentano il dialogo interno negativo della persona che spinge a resistere al cambiamento portando a reiterare gli stessi schemi disfunzionali nel tempo.
Per rendere consapevole quella parte del dialogo interno così limitante per il nostro benessere, nel nuovo metodo Psicoterapeutico Psicoterapia Corporea Ripercettiva Cognitivo Comportamentale, prendono letteralmente corpo BIAGIO (autoBoIcottAGIO) e CETTO (preconCETTO). Due personaggi veri e propri con cui interfacciarsi durante il percorso terapeutico.
BIAGIO si nutre della bassa autostima della persona, nucleo di molti disturbi, e della scarsa autoefficacia percepita. Attenua o affossa le emozioni, distraendo e concentrando l’attenzione sulle emozioni che il procrastinare e l’annullare provocano, spingendo verso sintomi compensativi. Si radica l’idea che il proprio disagio dipenda dal sintomo innescando un circolo vizioso infinito.
La caratteristica principale di CETTO è che “non ci sono prove” ad avvalorarlo. Sono tutte quelle idee che si sono formate nel corso del nostro sviluppo attingendo dall’ambiente, dalle relazioni di base con una fondatezza mai verificata, né sostenuta dall’esperienza. Possono essere un serio ostacolo al nostro benessere. Si costruiscono come una scorciatoia di ragionamento che ci muove in maniera apparentemente snella, dandoci l’opportunità di preservare energie. Per la maggior parte delle volte sono suggerimenti automatici di cui non si è consapevoli. Rappresentano parte del cosi detto pensiero caldo ovvero il pensiero che veicola un grosso carico emozionale spesso negativo, rappresentanti da frasi molto brevi che insorgono in maniera automatica.
All’interno della Psicoterapia Corporea Ri-Percettiva Cognitivo Comportamentale il confronto con BIAGIO e CETTO diviene una nuova tecnica psicoterapeutica in cui i contenuti IN (side) vengono spostati verso l’esterno, OUT (side), creando una possibilità di ascolto e contestualizzazione dei significati. Alla contestualizzazione seguirà poi un “confronto” o un dialogo dove il paziente opportunamente addestrato avrà l’opportunità di contestare e disconfermare gli assunti disfunzionali, divenendo tutto ciò elemento attivo di una nuova rappresentazione. Nell’applicazione di tale tecnica intervengono fattori altamente terapeutici quali l’autoironia e la sdrammatizzazione del pensiero facilitando l’ascolto e la comprensione di ciò che ci diciamo e di come interpretiamo. Una volta formalizzati i dialoghi con BIAGIO e CETTO la persona ha davanti il suo dialogo più profondo ed è in questa condizione che è possibile optare per un reale percorso di cambiamento.
“Oggi dopo circa 10 giorni sono andata al supermercato…Biagio si è subito infilato in macchina…continuavo a dirgli che in due non ci facevano entrare…ma lui è riuscito ad infilarsi…una volta dentro mi ha dato il tormento…voleva tutto…mi infilava cose…nel carrello…che io rimettevo sullo scaffale…continuava a ripetermi…che dovevo comprare qualche schifezza da mangiucchiare per ogni evenienza…ma quale evenienza?
Beh, mi dispiace, ma ha fatto un viaggio a vuoto… poteva tranquillamente restare a casa!”
(Riflessioni su BIAGIO da A.S. paziente inserita nel Protocollo per il trattamento di DCA e Obesità Policlinico Torvergata)
Tale tecnica, ideata dalla Dott.ssa T. Persichetti Auteri e dalla Dott.ssa R. M. Delle Monache è in corso di validazione all’interno di un protocollo scientifico multidisciplinare integrato per il trattamento di Disturbi del Comportamento Alimentare e Obesità, del Centro Medico dell’Obesità del Prof. Paolo Sbraccia del Policlinico Torvergata di Roma.
E voi, che cosa ne pensate? State cominciando a sospettare che BIAGIO e CETTO siano tra i vostri compagni di viaggio?
Se volete, fatemelo sapere nei commenti e se vi è piaciuto l’articolo, condividetelo!
Per ulteriori informazioni sulla dottoressa e sul metodo:
Buon giorno e una vita che BIAGIO e CETTO mi accompagnano. L’ articolo mi è piaciuto molto.
Buongiorno a lei Paola! Mi fa piacere che l’articolo le sia piaciuto. Chissà, magari, prima o poi, arriverà a liberarsi di loro 🙂