A volte ti devi arrendere

A volte ti devi arrendere
A questo mondo non si diventa ricchi per quello che si guadagna,

ma per quello a cui si rinuncia.

Henry Ward Beecher

Ci viene insegnato fin da piccoli che nella vita è necessario lavorare duramente per ottenere ciò che ci prefiggiamo e che non dovremmo arrenderci mai.

È sicuramente un bel modo di incoraggiare e incoraggiarsi, ma è possibile che sia sempre la cosa più giusta da fare?

Il mondo è ossessionato dalle storie di successo e le tira fuori ad ogni occasione per mostrare quale dovrebbe essere l’esempio da seguire. Quello che non viene messo in evidenza, tuttavia, è che chi ha avuto successo ha necessariamente, prima o dopo, rinunciato a qualcosa per arrivare dove è arrivato.

Anche chi ammiriamo di più, insomma, ha dovuto scegliere in alcuni momenti della sua vita di rinunciare a qualcosa; a un progetto, a un’idea, a una persona, ad una proposta di lavoro, ad esempio, nonostante l’impegno e il tempo che poteva aver investito in questi obiettivi.

A volte, infatti, gli obiettivi che ci prefiggiamo possono rivelarsi inadatti o impossibili: non si può obbligare nessuno a provare ciò che non sente, non si può forzare una quadratura che non c’è.

Eppure, quanti di noi continuano a mettere tutto il proprio impegno in cose che continuano a non andare come vorremmo o che non hanno più il senso che avevano quando le abbiamo iniziate?

Intanto, dovremmo sottolineare che il successo, inteso come il raggiungere le mete che ci prefiggiamo, non dovrebbe essere la nostra priorità numero uno, soprattutto quando la perseveranza si trasforma in un accanimento cieco che ci mette in una condizione di perenne infelicità e insoddisfazione.

Basti pensare a come cresciamo oggi i bambini, seppelliti prima a scuola e poi tra i libri. Addirittura, non riusciamo ad assicurargli neppure le adeguate ore di sonno da quanto li stressiamo e carichiamo di doveri e obiettivi da perseguire.

Proprio come se la priorità della nostra vita fosse arrivare da qualche parte e non più semplicemente vivere.

La cosa più difficile, però, è proprio comprendere quando è arrivato il momento di arrendersi, che non dovrebbe essere vissuto come una scorciatoia o una strada più facile, ma semplicemente come una che sia più sensata per noi.

Forse, nessuna singola risposta può andare bene per tutti e imparare a riconoscere quando una porta va chiusa è probabilmente più un’arte che una scienza. Però, se vi sentite estremamente stressati a causa di qualcosa che sta prendendo tutte le vostre energie (mentre il resto della vostra vita va alla deriva), allora potreste già avere un indizio al riguardo.

Questo non significa, ovviamente, che ogni obiettivo stressante dovrà essere abbandonato, anche perché sennò lasceremmo perdere la maggior parte delle cose; piuttosto, per capire meglio la nostra situazione, è importante porci alcune domande.

Ad esempio: Che cosa cerco di provare – e a chi – arrivando al traguardo?

Gli unici obiettivi per cui vale la pena di perdere sonno sono quelli che vi fanno crescere come persone, sia nel migliorare le vostre capacità, sia permettendovi di aiutare chi vi circonda. Ciò che portate avanti in nome di un maggiore guadagno di cui non avete bisogno, o ciò che serve a ottenere una certa risposta dagli altri (timore, rispetto, ammirazione, approvazione), semplicemente non è qualcosa per cui vale la pena sacrificarsi.

Un filone di ricerche sull’autocontrollo tratta un curioso fenomeno che può darci qualche spunto su quelle che a volte ci sembrano priorità; l’ipermetropia psicologica è ciò che ci orienta nel cercare di vedere più in là del presente per compiere scelte più ponderate. Al contrario, la miopia consiste in un atteggiamento impulsivo con una scarsa capacità di previdenza. Chissà quanti di noi sono stati incoraggiati a non essere miopi al fine di evitare spiacevoli conseguenze per il futuro. Ogni estremo è però nocivo e forse esporci a questo tipo di messaggi ci ha portato a pensare anche troppo a quello che una nostra azione di oggi potrà causare domani.

Per esempio, piuttosto che scegliere il corso di laurea che ci appassiona, potremmo finire per scegliere quello che sembra potrà ripagarci di più in futuro (senza saperlo per certo e, soprattutto, senza pensare a quanto sia controproducente metterci in qualcosa che non ci piace davvero).

Oppure, nel comprare una casa, potremmo dare precedenza al migliore investimento più che al luogo in cui ci piacerebbe davvero vivere.

In altre parole, molti di noi sacrificano una possibile felicità nel presente, per salvare un futuro talmente lontano che potrebbe anche non arrivare mai.

Nell’idea di massimizzare il nostro benessere, potrebbe perciò rivelarsi cruciale imparare ad arrendersi. Non importa quanto possiamo aver investito in quell’obiettivo, che si tratti di anni di relazione o di ore e ore di incessante studio. Se la strada che stiamo percorrendo ci consuma giorno per giorno, è solo chiudendo la porta che potremo orientare le nostre energie altrove, su nuove possibilità.

Per questo, le persone che sono capaci di disimpegnarsi da obiettivi irrealistici sono più felici di chi non sa farlo e si arricchiscono proprio lasciando perdere; è solo rinunciando a qualcosa, infatti, che arrivano a scoprire ciò che vogliono realmente.

La paura ci accompagna tutti, soprattutto se ci troviamo di fronte a scelte che possono mettere in pericolo la vita per come la conosciamo. Chi sa aspettare, fare un passo indietro o addirittura arrendersi, compie un grande atto di coraggio, scegliendo quello che ritiene più giusto per la sua vita e per il suo benessere.

Non ci si arrende perché è la cosa più facile da fare, spesso è la più difficile.

Ci si arrende per condurci verso conquiste più alte.

E voi, che cosa ne pensate? È forse è arrivato il momento di arrendervi?

Se volete, fatemelo sapere nei commenti e se vi è piaciuto l’articolo, condividetelo!

4 Commenti

  1. salvatore salis

    Gent.ma Dott.ssa Persichetti,
    ho letto il suo interessante articolo sull’arrendersi, e credo fermamente che sia impeccabile.
    Condivido ogni parola che ha scritto. Di più: sento vere le sue parole e prima o poi sarà la vita stessa a condurci ad arren-
    derci totalmente, anche perché non possiamo controllarla. Abbiamo solo pretese e illusioni di controllo, ma la vita è mol-
    to più saggia di noi, come amava dire Jung. Una resa incondizionata è sinonimo di grande saggezza, non di debolezza.
    Sicuramente esiste una volontà molto più profonda della nostra, quella incentrata sull’io, che conosce cosa sia meglio
    per noi. E, come ha scritto Lei, per far agire questa volontà occorre togliersi di mezzo, arrendersi. La ringrazio. E le augu-
    ro buon lavoro. Salvatore.

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    • Barbara Persichetti Auteri

      Già, “occorre togliersi di mezzo”, bel modo di dirlo 🙂 Un abbraccio caro Salvatore.

      Dottoressa Persichetti

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  2. Black Snake

    Buongiorno,mi è capitato di leggere questo articolo. Proprio in questi giorni penso che forse,arrendermi renderebbe tutto più facile. Sono 20 anni che corro dietro i miei sogni,ho fatto delle scelte sbagliate,ne ho pagato le conseguenze,ho resettato tutto e ricominciato da capo. Non sto sbagliando nulla,ho migliorato tanto me stesso e continuo a farlo,credendo sempre che il motivo sia del non successo sia io. No. Non sono io. Ho alzato il mio livello e vedo sempre succedere cose agli altri, migliori di me sicuramente,tanti invece nettamente al di sotto. Non capisco più. Vi giuro. Sto mettendo tutto me stesso sul piatto,ho rinunciato ad ogni cosa. Mi Arrendo? Ok. Non avrei più senso di esistere. Forse la verità è che sono nato per correre e non riuscire, perché non c’è spazio per tutti e qualcuno deve restare fuori. Perché io? Perché io posso sopportarlo(citazione) e qualcun’altro al mio posto sarebbe impazzito, depresso. Magari sto salvando qualcuno. Scusate,volevo solo scrivere su un miro invisibile, sperando che qualcuno legga. Non so neanche come sono arrivato qui🙂

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    • Barbara Persichetti Auteri

      Non sa neanche come è arrivato qui, eppure eccola qui 🙂 Sa, non penso che debba necessariamente arrendersi, né che sia nato per correre e non riuscire. Credo che il fatto che la situazione non le sia chiara, sia motivo più che sufficiente per ritenere che c’è qualcosa che le sta sfuggendo e che proprio quello che le sfugge potrebbe darle una nuova visione e portare eventualmente a cambiamenti e nuove decisioni.
      Si dia tempo, si dia spazio, si dia tutto quello che le serve per vedere le cose con occhi diversi; rapporti amicali, attività stimolanti, un percorso psicologico…
      La abbraccio

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