7 riflessioni da fare dopo una rottura

Il tuo peggior nemico

Volenti o nolenti l’abbandono ci introduce, dal primo momento in cui lo subiamo, in una terra desolata che non conoscevamo, ci fa ascoltare un timbro inedito della disperazione e della fatica dell’esistere e del desiderare.

Emanuele Trevi

A un certo punto della vita sperimentiamo tutti il dolore causato dalla fine di una storia d’amore importante e le emozioni che ne conseguono non sono tanto diverse da quelle sperimentate alla presenza di un lutto o di fronte a un’esperienza traumatica.

Tristezza, disperazione, rabbia e sensi di colpa, sono solo alcuni dei sentimenti vissuti in questi casi e possono essere così travolgenti che a tutto questo finiamo per aggiungere la paura di avere qualcosa che non va, di star reagendo in un modo che ci preoccupa e che non sappiamo come gestire.

Purtroppo o per fortuna, il dolore che proviamo è del tutto normale e il tempo di guarigione sarà diverso per ciascuno, anche se, immaginando questa ripresa come un processo e non come una semplice meta, possiamo ipotizzare che dopo un primo periodo di fragilità possa iniziare una “rinascita”, un passo dopo l’altro.

Ecco 7 spunti di riflessione sul tema:

1. Non ci sono risposte giuste. Il motivo di una rottura non è mai solo uno. Potete interrogarvi quanto volete su quello che avete sbagliato o su ciò che avreste potuto fare di diverso, purtroppo la realtà attuale non cambia e nessuna delle vostre risposte sarà abbastanza soddisfacente. Senza contare che non si tratta di trovare colpe, ma di fare pace con il fatto che la presenza di una persona nella nostra vita ha senso fino a che smette di averlo. Può sembrare brutale, ma provate a pensarci: Ognuno ha un suo viaggio da compiere nella vita e chiunque incroci il nostro percorso è il benvenuto finché potrà camminarci accanto, e viceversa. La vita è lunga, le persone cambiano e, a volte, per quanto doloroso sia, dirsi addio è necessario per proseguire sulla nostra strada.

2. Qual è la strada? Senza la persona con la quale abbiamo condiviso una parte di noi e della nostra vita, sembra che anche questi siano andati perduti. Qualcosa viene strappato e ciò che ne rimane appare indefinito, come se noi stessi ci ritrovassimo incompleti dopo la perdita dell’altro. In parte questo è vero, ma tale sensazione con il tempo scomparirà; riprendendo in mano la vostra vita e cercando di ritrovare voi stessi e la vostra identità, che anche senza l’altro esiste nonostante ora possa non sembrarvi così.

3. Il famoso “senno di poi”. Se ora vi sentite all’inferno, cercate di ricordarvi che questa è una fase per la quale è necessario passare, ma che non durerà per sempre. Mentre ci succede qualcosa ne siamo immersi, siamo parte di ciò che accade, invece, quando ne siamo fuori, sempre di più con il passare del tempo, guadagniamo nuovi punti di vista che ci permettono di vedere le cose da diverse prospettive e che portano quel senso che cerchiamo ora ma senza successo. In pratica, con il senno di poi, potrete vedere il valore positivo che un evento tanto doloroso ha in realtà generato.

4. Lasciarsi andare, lasciare andare. Come dicevamo, la rottura di una relazione porta con sé tante emozioni. Ci si rifiuta di credere che sia successo davvero, si spera che la persona cambi idea o ci si chiede se possiamo essere noi a fargliela cambiare. Insomma, tra le prime reazioni abbiamo quella di non accettare la realtà. Sarebbe bello, infatti, far sparire tutto con un battito di ciglia per ritrovare le cose come prima. Quando ci si rende davvero conto che questo non è possibile, si provano diverse emozioni; rabbia, disperazione, confusione, ad esempio, che non dovete evitare, ma comprendere e lasciar vivere. Permettetevi di piangere o di urlare, anche questo passerà, per fare posto al desiderio di accettare e andare avanti con la vostra vita. Immaginate di tenervi aggrappati con una mano a una corda, con poca distanza che vi separa dal suolo. La rabbia, la paura, la colpa, la gelosia, vi costringono a stringere la presa mentre la mano vi fa sempre più male, sanguina, eppure non volete lasciare e, di conseguenza, le vostre emozioni sembrano amplificarsi sempre di più. Mollate la presa e scoprirete che il salto non è tanto grande quanto temete.

5. Una corda fatta di? A volte, non ci rendiamo davvero conto di quello che ci lega a una persona finché non la perdiamo. Ricordatevi però che l’unica persona senza la quale non potete vivere siete voi stessi; se siete arrivati a credere che l’altro vi fosse indispensabile quanto l’aria che respirate, forse è ora di approfittare di questa rottura per chiarirvi le idee. In che modo l’altro vi faceva sentire? Soddisfava vostri bisogni o serviva a colmare un vuoto che vi portate dentro?

6. Idealizzare l’altro. Fino ad un certo punto la relazione ha funzionato e poi qualcosa è andato storto. Ora, però, vi rimane la sensazione che questa persona sia insostituibile, che nessuno potrà mai occupare il suo posto e questo accade perché vi manca, ma anche perché ora sembra più facile dimenticare tutto ciò che non vi piaceva e vi faceva soffrire. Tutta la vostra attenzione è sul bello e sul buono che avete perduto e che non credete di ritrovare mai più. Vi comunico una notizia scioccante: Un giorno sorriderete ripensando a tutto questo, perché è da tutto ciò che ci accade che possiamo crescere e imparare.

7. Non c’è trucco, non c’è inganno. L’amore è tanto complicato che ognuno ne potrebbe dare una diversa definizione, ma, personalmente, preferisco tenere in mente parole prese in prestito da un altro modo di dire, dal “ti voglio bene”. A forza di dirlo dimentichiamo il significato delle parole che pronunciamo e il senso che contengono è qualcosa da ricordarci anche nell’amore: Volere il bene di un’altra persona è il suo cuore pulsante, presente solo se prima vogliamo bene a noi stessi. Allora, speriamo che l’altro sia felice ovunque vada e facciamo in modo che valga lo stesso anche per noi.

Una rottura può essere un’esperienza davvero difficile da gestire, soprattutto se l’evento riporta alla luce problematiche che vi portate dietro da tempo. Se sentite di non farcela, chiedete aiuto allo psicologo.

E voi, che cosa ne pensate? Se volete, fatemelo sapere nei commenti e se vi è piaciuto l’articolo, condividetelo!

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